DESTRUTTURATORE

In una città che produce a iosa strutture artefatte, l'eremita è chiamato a fare azione contraria, facendo ritornare le realtà al loro valore e senso naturale e non artefatto artificialmente seguendo la logica del consumismo e del materialismo. Per cui, possiamo dire che il suo compito è proprio quello di destrutturare, togliendo gli accessori artificiali e le strutture che non si confanno all'umano. Ogni struttura è creata con blocchi di sicurezza e solidità estrema, per cui l'azione dell'eremita deve essere attenta e paziente, per trovare in questa destrutturazione la possibilità di individuare il bandolo della matassa, ovvero il tallone d'Achille della struttura artefatta a immagine di una falsa città. Non si tratta affatto di demolire, ma di far emergere dalla gabbia le cui sbarre vengono tolte il meglio, l'identità della vera e propria città come dovrebbe essere: a misura di umanità. Ogni struttura che pur bella ma grava su questa identità e la deforma, deve essere tolta. A specchio, potremmo anche dire che l'eremita, riconoscendo una struttura della città come inadatta, non fa altro che togliere anche da se stesso le strutture mentali che si è lasciato costruire e che lo rovinerebbero nella sua identità, togliendo via da sè anche tutti quegli accessori che rendono inutile e deformante la sua missione nella città. Destrutturando, l'eremita e la città si avvicinano in un incontro di verità, umanesimo e serenità che offrono a tutti la speranza per un mondo migliore.

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