L'eremita di città non si lasci ingannare nel lasciar perdere segni, proposte, situazioni o persone che lui ritenga inutili, perditempo, già note, ripetitive o alle quali è già abituato. No. Disdegnare queste occasioni non è sempre cosa buona, anzi; lo sguardo penetrante dell'eremita sulla città deve radiografare bene la situazione, e cogliere tutte quelle realtà che gli si confanno, partendo proprio da quelle suddette. Passare a livelli superiori non è sempre valido, anzi, rischia di creare giudizio, avvallare il pregiudizio mondano e accrescere la superbia dell'eremita stesso. Quindi, da un lato dobbiamo dire: non disdegnare situazioni di quotidianità e di banalità. Dall'altro, dobbiamo anche dire che qualche volta lo sguardo attento e radiografante dell'occhio dell'eremita di città scorge in alcune di quelle situazioni una asintonia di fondo, quindi le occasioni in questo caso sono veramente da disdegnare. Un esempio possono essere inviti a incontri culturali, ma basati su parole senza dialogo e confronto autentico. L'eremita non si lasci trascinare da questi falsi miti che nascondono solo interessi umani in crescita fini a se stessi, disdegni la sua presenza. Distinguere la vera dalla falsa quotidianità, l'ipocrisia nascosta nelle occasioni di bene, il bene chiuso fine a se stesso da esibire, questi sono criteri per cui dire: qualche volta disdegno anche ciò che per la città è bello, vero e degno.
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