DONI DATI PER RINUNCIARVI

In una città sono tante le occasioni e le situazioni che danno all'eremita l'occasione di manifestare le proprie capacità e esprimere i suoi doni. Ma assecondare queste opportunità non è cosa scontata nè deve ritenersi cosa assodata da parte dell'eremita. La vita dell'eremita in città - diversamente da quella dell'eremita nel deserto - chiede di non approfittare nell'assecondare le situazioni della città: i doni dati devono essere attentamente valutati prima di essere manifestati e espressi. Potremmo dire che la vita dà i doni all'eremita non perchè lui seguendo la logica comune li usi, ma perchè impari a rinunciarvi sempre più. Questo esercizio di rinuncia - che non deve essere applicata in modo assoluto - permette all'eremita di crescere nella logica del dono stesso, che non sempre deve essere usato, ma rispettato e lasciato come tale davanti a sè e alla città, ricordando che non è cosa loro. Assecondare il dono è possibile, ogni tanto, ma il riferimento deve comunque restare il rinunciarvi, proprio per non assecondare la logica della città: profittare sempre e subito, e di tutto quel che si può. Poter fare una cosa che si è in grado di esprimere e rinunciarvi, invece, diventa un segno di superiorità alla logica del profitto, e questo a beneficio della città e dell'eremita che si esercita in questo atteggiamento inaspettato, sorprendente, anche faticoso, ma che rivela sempre meno i doni e sempre più che i veri doni sono proprio e prima di tutto lo stesso eremita e la sua stessa città. 

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