PASSANTE OLTREPASSANTE

L'eremita passa in città, ma deve sempre tener presente che è proprio il passaggio il suo stile, e mai il fermarsi e la stasi nelle situazioni, anche le più belle e affascinanti. Ed è difficile oggi resistere alla pubblicità della città, che invita a fermarsi a una situazione, per avere, potere, e godere appieno di questa o quella realtà presentata lì, davanti agli occhi. Il passaggio dell'eremita tra la gente della città deve rimanere tale, anche quando accosta amici o compagni di cammino. La tentazione di stare, di giacere in compagnia, di non stare da solo a vivere le emozioni è sempre più forte, ma deve ricordare a se stesso che lui è segno di un passaggio: di se stesso, degli altri e delle cose. Con il suo passare oltrepassando e non fermandosi nelle cose, mostra che tutto passa, tutti passano, anche negli affetti più cari e nelle parentele più strette e nei possedimenti d'ogni tipo. Passare oltre non è rifiutare la città, ma mostrare che tutto è relativo, che non c'è nulla di assoluto nella città umana, ma tutto sta oltre, e solo là c'è assolutezza. Passare oltrepassando inoltre permette di vivere in modo giusto, equilibrato, mai esagerato e attaccaticcio ogni relazione con le persone e con le cose. Il senso del passaggio fa vivere la città in modo sereno e con il valore nè più nè meno di quello che è: una realtà di passaggio. Evitando fanatismi, settarismi, divisioni e assolutizzazioni, l'eremita passa oltrepassando e mostrando alla città ciò che sta al di là di essa e di tutti, e per cui ognuno e ogni cosa vive.

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