RACCOGLITORE

La città per l'eremita è un grande invaso, un serbatoio artificiale da dove l'eremita raccoglie elementi e li rende naturali, riportandoli alla propria origine e originalità. E' tornare a riprendere il cuore antico della città, e questa è anche la base per il progresso di una vera modernità, proprio perchè il futuro della città (e dell'eremita stesso) ha un cuore antico, da risvegliare, da raccogliere dall'inconscio e dall'invaso nel quale era stato abbandonato. Raccogliere dalla città il fior fiore, proprio come raccogliendo i fiori, per risvegliare la bellezza e il fascino del vivere insieme. L'eremita raccoglitore si sente di essere insieme, in comunione di vita con la città e con i suoi abitanti. E anche essi lo accolgono, e lo raccolgono nelle sue cadute e nei suoi momenti di crisi e di ripensamento. E' un aiutarsi reciproco in questo "raccoglimento" fatto non di concentrazione o di meditazione, ma di realtà concrete, gioiose o sofferte, ma raccolte per essere vissute e rivissute insieme. Il raccogliere è per l'eremita e per la città un chinarsi, tutto il contrario dell'emergere che viene oggi propugnato come la mossa vincente del progresso. Un chinarsi amorevole per cogliere a vicenda l'un dall'altra, il meglio da condividere per entrambi. Raccogliere è anche accogliere, oltre che cogliere, e senza pretese nè pregiudizi, senza sotterfugi e ricatti, senza particolari esigenze o condizioni. Raccogliere è atto di amore gratuito per il progresso umano dell'eremita e della sua città.

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