AMALG(AMARE)

L'eremita di città può avvalersi di una miriade di ingredienti e di un sacco di ricette, che recupera ad ogni angolo e ad ogni crocicchio delle vie. Tutte le occasioni della città vengono raccolte da lui in una grande marmitta invisibile ma efficacissima nel frullare e amalgamare e ridurre al nulla tutto, proprio tutto, anche quello che sembrava sicuro, assodato, impenetrabile e indistruttibile agli occhi della città. Ogni cosa che l'eremita incontra, nella quale si imbatte o con la quale combatte, deve essere al più presto calata in questa marmitta spirituale che riduce al nulla le cose che sono, per lasciare solo l'essere, l'identità in quanto tale, quella pura e vera: quella dell'eremita e anche quella della città. Senza questa operazione, l'eremita e insieme a lui anche la città si deformano sempre più, assumendo l'identità ora dell'una o dell'altra cosa, a seconda di quella che gli interessi mondani e economici fanno passare davanti agli occhi. In questa marmitta del nulla riparte il cammino quotidiano e rinnovante dell'eremita e della città, uniti e amalgamati nell'amare senza condizioni e ricatti, senza pretese e interessi. L'amalgamare fa apparire l'amare per quello che è, e non per quello che viene presentato falsamente e parzialmente. L'amalgamare ha come effetto di saziare l'eremita e la città di un cibo energetico prodotto con la sacralità di questo nulla che tutto fa crescere, alimenta e sorregge nella fragilità ma anche nella bellezza della fatica quotidiana dell'eremita e della sua città, amanti/amalgamanti in una simbiosi serena e equilibrata che ha il sapore di un preparato prelibato e sopraffino che in apparenza è un prodotto umano, ma in realtà è un dono divino.

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