CREATORE DI PERCORSI

L'eremita di città, a differenza di quello del deserto, è impegnato in un compito assai arduo e pericoloso, ma anche molto proficuo e maturante per lui e per la città: creare percorsi che non incontrino luoghi di falsità, di inganno e di tentazione, nei quali il cammino venga bloccato e inaridito. Trovare le vie adatte a percorrere in serenità i passi vitali e arricchenti è un esercizio che spesso non trova successo, ma l'eremita non deve scoraggiarsi mai, anche di fronte alle sconfitte e alle sbandate che può subire, riconoscendo con umiltà il proprio essere fallace ma anche con la coscienza di essere chiamato alla battaglia per la vita di se stesso e della città. Percorsi mortali e tranelli ad ogni via potrebbero indurre l'eremita a rinunciare alla propria vocazione, ma ad ogni sconfitta corrisponde, se c'è la coscienza umile, un raggio di luce e di speranza dal quale riprendere il cammino, come fosse il bandolo di una matassa. Inoltre, la coscienza umile rende cosciente l'eremita di essere chiamato ad essere un creatore, un artefice, un artista di luce; senza esaltarsi, questo compito lo farà essere faro e riferimento là dove i suoi passi lo conducono in quelle vie e crocicchi delle strade anche le più malfamate della città. Ma una volta superato il pericolo da parte sua, sarà anche esempio e possibilità per chi lo incontra di affrontare con più serenità e energia le prove della vita, offrendo così alla città un barlume di luce da seguire nei percorsi umani, sociali, economici, spirituali, personali, famigliari, politici. Un creatore ricreatore attorno a sè, ecco a che cosa viene chiamato in questi percorsi l'eremita di città.

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