CENTELLINATORE

Nel grande imbuto della città si riversano ogni giorno pensieri, parole e azioni d'ogni genere, riempiendo e facendo traboccare tutto il contenuto che abbonda senza limiti e sempre più senza regole e senza senso. Di fronte a questa situazione l'eremita della città è chiamato a centellinare quello che uscirà allo sbocco finale, tenendo lo sguardo attento e prudente per non far passare ciò che non deve, e magari vorrebbe essere travasato nell'umanità. Centellinare con saggezza facendo passare pian piano il contenuto della città, affinchè si effonda in misura equilibrata nell'umanità, e non sia mai forza bruta e travolgente ogni situazione. L'eremita centellinatore deve gustare e far gustare la legge, il senso, l'ordine e l'equilibrio del vivere in città, partendo dalla propria esperienza di vita serena e semplice, ordinaria e quasi nascosta e impercettibile, proprio come se stesse centellinando il miglior liquore di vita per sè e per tutti. Mentre la città riversa a iosa e più che può, l'eremita attende e con parsimonia fa scendere sulla città le gocce spirituali della fede, della speranza e dell'amore, perchè ci si possa ritrovare attorno a quel poco ma prezioso nettare divino della saggezza data in dono e riscoprire il vivere umano e umanizzante. Lo sguardo dell'eremita sulla città non si espande più di tanto, ma si raccoglie attorno a quelle uscite impensate e sorprendenti, diremmo anche miracolose, che proprio nel marasma della città non tendono ad affondare, ma ad emergere per essere raccolte, accolte e gustate dall'eremita e da chi con lui si fa centellinatore del succo e del concentrato che la città in modo inconsapevole espellerà da sè come letame, ma da cui rinascerà il fior fiore della città.

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